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Superbonus nel caos, nuovi cantieri a rischio

27/06/2022

La situazione che si è creata rispetto al Superbonus 110 e ai fondi esauriti a seguito delle elevate richieste sta compromettendo la possibilità di portare a termine i lavori già iniziati e per i quali è stata già erogata parte dell’agevolazione. In questo contesto, infatti, il Fisco potrebbe presto chiedere la restituzione dei fondi per i lavori non completati. Oltre alla richiesta di restituzione, poi, si aggiungerebbero anche sanzioni pecuniarie di varia entità e tipologia.

Superbonus 110 fondi esauriti, nuovi cantieri a rischio: cosa sta succedendo

Le richieste pervenute rispetto al Superbonus 110% hanno nettamente superato i fondi stanziati dal Governo. Al contempo, le banche hanno annunciato lo stop rispetto all’acquisto di futuri crediti. In un simile contesto, il sistema del Superbonus 110% appare sempre più compromesso e molti lavori edilizi rischiano di rimanere incompiuti mentre il Fisco potrebbe presto chiedere di restituire le risorse erogate per svolgere gli interventi consentiti dalla misura.

Nonostante i fondi per finanziare la misura siano esauriti, è ancora possibile fare domanda per il bonus fino al 30 giugno 2022, con una proroga al 31 dicembre rispetto agli interventi che riguardano edifici monofamiliari che, entro il mese di settembre, dovranno risultare completati almeno fino al 30%. Da un punto di vista pratico, dunque, l’attuazione di un progetto analogo implica necessariamente che l’esecutivo abbia intenzione di rifinanziare la misura.

Chi potrà finire i lavori

Per chi ha già avuto tutte le autorizzazioni e ha concluso un accordo di cessione del credito con la banca la pratica andrà avanti: l'istituto di credito, infatti, non può più tirarsi indietro e dovrà aspettare in qualche modo la decisione del Governo, in modo tale che la pratica vada avanti

Per chi ha già stipulato accordi con l’impresa e attende il via libera definitivo dalla banca per la cessione del credito, spiega ancora Altroconsumo, è ancora possibile bloccare tutto, sia nel caso che l’appalto preveda la partenza dopo il via libera dell’istituto di credito sia che non venga riportato. In questo caso è possibile la via del recesso o della sospensione del contratto, in attesa di capire cosa farà il governo

Se i lavori sono iniziati e l’impresa ha già in parte anticipato di tasca propria, la questione diventa più complessa. In questo caso è possibile che venga bloccato il cantiere e a quel punto è necessario vedere cosa è riportato sul contratto d’appalto, che potrebbe includere una polizza per danni di questo tipo. In ogni caso anche qui è possibile una “exit strategy”, che preveda revisione o risoluzione del contratto

E se è stata finanziata solo una parte dei lavori? Impresa e committente possono decidere di eliminare parte dei lavori deliberati e operare una riduzione del contratto. Se non si trova l’accordo si può chiedere la risoluzione del contratto per "eccessiva onerosità sopravvenuta" ed è possibile che sia i condomini che l’impresa possano a quel punto fare ricorso al giudice

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